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      Non bastava alle città l'onoranza e l'autorità, se il tesoro civico non era al tempo stesso favoreggiato con egual larghezza. Però liberale fu la misura delle grazie colle quali i sovrani d'Aragona vollero anche in tale rispetto certificare i cittadini della loro predilezione. Furono allora le città investite del dritto di tassare a proprio vantaggio le derrate che per regione dell'interno commercio vi si introducevano. Fu ad esse ceduto pure il diritto più importante di riscuotere i dazi dell'introduzione delle mercatanzie straniere. Col mezzo di tali esazioni e col profitto derivante dal privilegio testé mentovato della favorita estrazione del frumento dell'annona, crebbe tosto affrettatamente la dovizia delle città principali. Ma non sempre fu eguale al profitto delle riscossioni la diligenza dell'amministrazione. I consigli civici privati, come altra volta notai, del vantaggio di poter sciegliere in ogni classe di cittadini i loro conscritti, non sempre furono composti di uomini che rispondessero colla sollecitudine all'ampiezza o col senno alla difficoltà dei loro carichi. Governati da quelle ingannevoli massime per le quali credevasi un tempo che le tariffe indistinte e perpetue partorissero nei mercati l'abbondanza, e che il mezzo di dar incremento alle arti fosse quello di un esercizio privilegiato, trascorsero tant'oltre nelle false cautele, che dove credevano mostrarsi guardinghi diventarono improvvidi. Abbacinati più volte dall'interesse speciale del luogo, non seppero immaginare altro giovamento alla patria loro fuorché trattenendo uno spirito di ostile rivalità contro agli altri abitanti dell'isola [1433] . Rimessi anche talvolta nel venire in chiaro dei propri negozi, e poco solleciti del dare in sulle mani a coloro che li amministravano meglio pel proprio che pel comune profitto, furono ragionevolmente accagionati di allentamento e di trascuraggine; e costretti perciò a ricevere in mezzo a loro alcuni uffiziali, i quali col nome di deputati dei creditori dell'erario civico intromettendosi nella discussione di quelli affari che davano occasione a qualche novello impegno, potessero arrestare col loro dissentire la foga dei dispendi soverchi o non ponderati.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





Aragona