Pagina (591/1187)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Nel ragionare dell'agricoltura sarda non si deve omettere di far menzione di alcune novelle coltivazioni introdotte nell'isola dopo l'età alla quale altra volta mi attenni toccando dello stesso argomento [1454] . Merita fra le nuove piante la primiera contezza sia per l'antichità del traspiantamento, che per la nobiltà della specie, il melarancio. Coloro che scrissero come siansi naturate in Italia le diverse qualità di questa pianta orientale, attribuirono il primo pregio di quell'opera a Palladio. Ma questo scrittore, lungi dal darsi quel vanto, fé conoscere che già nella sua età erano i melaranci coltivati nella Sardegna e nella Campania [1455] . Asserisce Marziale, scrivea egli, non esser nell'Assiria questi alberi privati di poma; ed io n'ebbi esperimento nei miei poderi di Sardegna e di Napoli". Per la qual cosa un accurato scrittore italiano [1456] , considerando che almeno il trascorrere di un secolo era necessario per ottenere nella coltura di una pianta restia ai climi occidentali quel successo; e dimostrando ad un tempo che quel Palladio non è diverso dal Palladio di Poitiers vivente nel quinto secolo, venne giustamente a conchiudere che l'introduzione in Sardegna di quelle piante seguì tra il secolo terzo ed il seguente. E ben augurata fu al certo quella coltivazione; poiché felicemente allignando le novelle piante poterono anche senza un governo assai diligente propagarsi in tanta copia e sorgere a tale altezza, che al viaggiatore il quale abbattasi nelle balsamiche nostre pianure di Milis, non può non recare stupore quella rigogliosa vegetazione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





Italia Palladio Sardegna Campania Marziale Assiria Sardegna Napoli Palladio Palladio Poitiers Sardegna Milis