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      Io senza intrattenermi in questa indagine dirò che qualunque cosa ne sia stata non potrebbesi certamente chiamare introduzione dell'arte tipografica quella di cui niun altro progresso si può chiarire dopo il primiero saggio. La gloria adunque d'aver introdotto e fissamente mantenuto nell'isola la stampa si dee voltare tutta ai due pregievoli prelati nazionali Niccolò Canelles, vescovo di Bosa, che arricchì Cagliari sua patria di una tipografia dopo la metà del secolo XVI; ed Antonio Canopolo, arcivescovo d'Oristano, il quale fé lo stesso nella sua patria di Sassari nei primi anni del secolo seguente [1479] .
      Continuò poscia in ambe quelle città la stampa a giovare alla pubblicazione delle scritture dei nazionali ed agli altri bisogni della vita civile. Ma non erano quei stabilimenti da tanto che valessero a riprodurre in copia fra noi le opere degli stranieri necessarie alla comune istruzione. Onde siccome alle scuole straniere correvano nei primi tempi del governo spagnuolo quelli isolani che agognavano addottrinarsi nelle scienze e nelle lettere, così dalle officine straniere si trassero in gran parte i libri dei quali nell'isola si abbisognava per lo stesso fine. Ed in questo luogo mi torna grato il poter dar luce ad una notizia che onora la generosità del governo spagnuolo nel proteggere l'introduzione in Sardegna dei libri. Ricercato il sovrano se nel crescente traffico di questa nobil merce convenisse lo imporre un dazio per l'introito ed assoggettare i mercatanti alle leggi generali delle gabelle, rispondeva: non esser il commercio dei libri compreso nelle ordinazioni che ragguardavano alle dogane e non poter perciò cadere su quella introduzione verun diritto [1480] . Provvedimento questo abile per sé solo a dichiarare che la propagazione nell'isola degli istrumenti del sapere stava a cuore alla signoria meglio degli interessi fiscali.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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