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      Aggiungasi a queste doti l'esimia sua modestia, dimostrata nel rispondere alle acerbe censure colle quali fu lacerato; e si riconoscerà che un uomo il quale scriveva con quel buon giudizio in un secolo ripieno d'illusioni, e con quel temperamento in una professione irritabile allora quant'altra mai, non era certamente uno scienziato od un uomo volgare. Il suo discepolo Achenza profittò delle maggiori scoperte del suo tempo; ed inoltrossi in nuove discussioni che molto aggiunsero alle dottrine allora note sull'intemperie dell'isola. Ma dotato qual era di fervida immaginazione trascorse dalla pacata osservazione delle cose agli erramenti delle sottili disputazioni. Onde se ebbe voce di erudito (quale invero si dimostra nelle sue scritture), non poté sempre incontrare l'approvazione di coloro che giudicano dover esser tutta umana una scienza indirizzata alla materiale conservazione dell'uomo. Maggior lode meritò questo fisico in quell'altra sua scrittura in cui imprese a combattere le dottrine del famoso Porzio contro ai salassi; ed ebbe in questa largo campo a manifestare le ingannevoli teorie e le fallaci esperienze delle quali il suo avversario si giovava. Come nei suoi consulti manifestò non poca ponderazione e prudenza, giudicando di quelle materie che appartengono alla delicata disamina del medico legista. Il dottor Vico Guidone ebbe celebrità ed amarezze per l'opera da lui pubblicata sulla pestilenza che serpeggiò nell'isola nella sua età; dappoiché per alcune opinioni allora da lui dichiarate fugli bandita addosso la croce dai medici della capitale.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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