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      Benché sia loro mancata poco dopo la miglior protezione: dappoiché il Consiglio di Aragona nel quale aveano acquistato entratura fu soppresso da Filippo, ed il maneggio delle cose sarde commesso al Consiglio d'Italia, il quale dopo la perdita del ducato di Milano era ridotto a ristrette incumbenze.
      Sarebbe stato questo il momento opportuno anche per la metropoli d'invigilare con maggior cura sulla conservazione dell'isola: poiché l'occupazione del regno di Napoli allora fatta dalle truppe imperiali [1606 ] era già di sinistro auspizio per l'invasione della Sicilia e della Sardegna. Ma il monarca spagnuolo difendendosi a malapena dal contagio che infettava le parti le più vitali dei suoi stati, dovea di necessità curar meno le lontane provincie. Tantoché la signoria di Filippo cadde fra noi in quel tempo stesso in cui per la vittoria d'Almanza tanto onorevole al maresciallo di Berwich, e pel racquisto de' reami di Aragona e di Valenza, la fortuna del re cattolico sorgeva nuovamente in Ispagna. Era succeduto nel governo supremo della Sardegna al marchese di Valero il marchese di Giamaica, uomo di mente svegliata e che sentiva molto avanti nelle cose di stato; ma soverchiamente tenero del peculiare suo pro e studioso di crescere in ricchezze anche per quei mezzi che non s'affacevano alla sua dignità. Procedeva perciò egli assai a rilento nei negozi pubblici sempre che fossero opposti ai privati suoi interessi; più pronto alle fatiche che a i pericoli del comando. Avveduto qual era avea egli tosto penetrato la divisione degli animi nella nazione e scoperto a qual fine tirassero le operazioni del marchese di Villasor e del conte di Montesanto.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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