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      I Tedeschi adunque lasciatisi ingannare alle simulate testimonianze di amistà loro date dagl'isolani, non si seppero tenere del manifestare ad essi come i loro passi erano volti a soccorrere Alghero ed a provocar nel passaggio della Gallura que' popoli a sostenere la causa di Cesare. Internavansi frattanto di compagnia gli uni e gli altri nelle terre della provincia. Per lo che i Sardi, veduto giugnere il destro ad adempiere il loro disegno, facendo sempre la scorta ai nimici, volteggiarono destramente per quelle montagne, infino a che poterono condurli in una gola assai angusta, dove i Tedeschi erano costretti a sfilare lentamente e con fronte molto ristretta. I nostri allora ad un dato segno spianarono repentinamente i loro fucili contro al petto de' nimici, ed intimando loro di por giù le arme, conseguirono con quell'aggiramento ciò che coll'aperta forza malagevolemente avrebbero potuto ottenere [1613] . Onde quei soldati rendutisi prigionieri furono poscia menati a Sassari per comando del marchese di Leide; il quale non stimò di dover rispettare la convenzione più benigna fatta con essi dai nazionali. Tale avvenimento, siccome ho detto, contribuì di molto a scoraggiare i difensori di Alghero: e perciò, passati appena pochi giorni dopo l'arrivo del marchese di Leide, calavano ad una capitolazione ed escivano della rocca armati. Questo esempio era senza indugio seguito dal presidio di Castellaragonese; dove invano era penetrato un soccorso novello di Tedeschi; e dove avea ricercato l'estremo rifugio il viceré marchese di Ruby.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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