Pagina (720/1187)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E l'argomento invero era tale per la grandezza del fatto e per la fama dell'eroe, che dove la felicità delle verificazioni sostenesse l'impegno presone, non mai dovea parer soverchia la difficoltà delle indagini. Tuttavia la legge che a me stesso ho posto di contrassegnare, quanto per me si potrà, i termini della storia sarda e di quella delle altre nazioni con cui noi avemmo ne' passati e presenti tempi comune il dominio, fa sì che io deggia circoscrivere la narrazione e contentarmi di dar cenno della maniera con cui rendeasi noto al nostro viceré quel grande avvenimento. Scriveagli adunque Vittorio Amedeo: conoscer egli oramai che il peso del governo sostenuto da lui meglio di un mezzo secolo erasi renduto superiore alle sue forze, infiacchite già dall'età, dalle fatiche e dall'applicazione continua alle gravi cure del regno; non poter confidarsi d'impiegare nell'avvenire eguale attenzione e sollecitudine; averlo il cielo privilegiato col dargli e serbargli un figliuolo che accoppiava alle doti le più desiderate ne' regnanti la capacità ed esperienza de' pubblici negozi; essere perciò venuto nel pensiero di cedere a sì degno principe con pubblico atto di rinunzia [1647 ] il governo intiero di tutti gli stati; fosse adunque proclamato in Sardegna il nome del novello re Carlo Emanuele; si rendessero note a que' popoli le spettabili qualità di un tanto principe; e si facesse loro concepire la fidanza di poter un dì inchinarlo in mezzo ad essi; la qual cosa non aveano potuto conseguire nel regno di un monarca provetto e distratto dalle gravi vicende di quel tempo, benché nel suo animo fosse stata sempre viva la brama di trasferirsi a visitare il novello regno.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





Vittorio Amedeo Sardegna Carlo Emanuele