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      Le femmine stesse impugnavano le arme; ed una gentildonna di quel medesimo casato [1652 ] dava loro l'esempio dello stare immota in sull'arcione, e del lanciarsi col cavallo fra i balzi, e dell'affrontare gagliardamente l'inimico, e dell'imbroccare da lunge collo schioppetto. Non perciò solo d'animo virile: poiché sentendo di se meglio di quello che fosse dicevole a femmina, ricusò finché visse le nozze e l'amore d'un sesso di cui non sapea sofferire la superiorità. Quelli poi fra i partigiani che viveano con maggior sospetto riparavano ne' luoghi più inospiti della Gallura; dove aveavi montagne gremite di capannuccie e popolate di malfattori, che colà entro, od in qualche scavo delle roccie sostentavano la vita duramente con carni e latte; scendendone tempo a tempo per cercar dove e come rifornirsi colle loro ruberie; ridotti dal bisogno e dal mal abito a camparne come d'arte. A sterpare siffatta genia di malviventi avea adunque posto l'animo principalmente il marchese di Rivarolo nel passare nell'isola; e di ciò erasi spiegato così risolutamente, che la fama precorsane bastò perché molti ne smarrissero, cercando un rifugio nella vicina Corsica. E bene avean di che; non essendo passato gran tempo dopo l'arrivo del viceré, che già si mettevano ad effetto i suoi divisamenti. Egli fé battere da scelti drappelli di truppe i luoghi dove trovavansi i più sicuri ricettacoli de' malfattori; fé stanziare in Nulvi e poscia in Ozieri un nerbo di soldatesca che fosse abile a sostenere nel bisogno le minori spedizioni; e nel provvedere ad ogni emergente e nel farsi obbedire da chiunque andò sì di foga, da poter in brieve tempo conseguire che tra per li sostenuti e per li rifuggiti in Corsica, quella provincia settentrionale fosse sgombera affatto d'ogni resticciuolo di facinorosi; e le pubbliche strade non più infestate dalle loro bande fossero corse di nuovo con piena libertà e fiducia da qualunque passeggiero.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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