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      Tenendosi pertanto come fra due sul concedere o il denegare, decretarono che un novello battaglione si aggiungesse al reggimento di Sicilia, nel quale già da lungo tempo militavano i nazionali [1669] ; e che in questo modo un più largo campo si aprisse loro di partecipare ai pericoli ed agli onori della milizia ordinata. Ma alloraché si venne a levar gente per le nuove compagnie, si conobbe come quel provvedimento non rispondesse all'intento; e l'andar lento lento del reclutare e la tiepidezza generale nel ricercare i posti stessi più onorati, furono segno palese del diverso desiderio de' nazionali; cui quel nome di Sicilia diceva l'opposto di ciò che essi aveano nel cuore.
      Maggiore era poi la difficoltà di recar a termine quel provvedimento quando si ponea mano a formare nell'isola alcune altre compagnie, non di persone che dessero il nome alla milizia per ispontanea scelta, ma di uomini fuggiaschi per vita malvagia o scioperata, i quali in tal modo poteano cansare i rigori della pubblica persecuzione. Al primo spargersi delle notizie della rinnovata guerra, era venuto in animo a molti di que' fuggitivi di racquistare la grazia del governo coll'offerire la loro persona a servire in quella maniera di milizia che sarebbe più a grado del re. Datosi pertanto a loro nome un progetto a tal uopo [1670] , commettevasi al viceré di levarne alcune compagnie armate alla leggiera: poiché sembrava che quella genia di uomini vispi ed animosi, già divezzi per lungo tempo da qualunque domestico agio e costretti a durare una vita rigidissima per luoghi alpestri e diserti, sarebbe acconcia quant'altri mai a correr armata su per li balzi delle montagne, a serenare in qualunque positura e ad intromettersi con risolutezza in qualunque fazione celere od improvvisa.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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