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      Onde piovendo ogni dì alla corte gli opposti memoriali, ne' quali l'impegno del sostenere la propria sentenza degenerava talvolta in personali imputazioni, fu mestieri al re di spedire nell'isola con provvido consiglio due suoi commissari [1705] , coll'incarico apparente di riconoscere e spegnere i conti del tesoro già da parecchi anni intralciati; e colla segreta incumbenza di attingere le cause di quella ruggine fra il viceré e l'intendente e di avvisare il loro portamento. E con ciò, mentre nella chiarezza dell'amministrazione e nelle nuove regole date per levar le future ragioni dell'erario si traeva tutto il pro dall'opera zelante di que' commissari, veniva anche il re per mezzo delle accurate loro relazioni a conoscere che quei mali umori, quantunque derivati da lievi cagioni, non poco nuocevano al servizio dello stato. Appariva eziandio che una tempera diversa di carattere partiva, più che la differenza delle opinioni, questi due ministri: perocché il viceré manieroso e piacevole obbliava talvolta il grave contegno ricercato dall'elevata sua dignità, per ammettere alla sua famigliarità alcune persone non da tanto; e l'intendente per l'opposto zelante de' suoi doveri, ma del pari delle sue prerogative, vanitoso, se non anche leggiere, quanto mostrava di attenzione nel suo incarico, tanto ne rivoleva d'onore. Per la qual cosa il re dopo d'aver con severe parole rampognato l'intendente per quegli atti di sua autorità che sapeano d'inobbedienza al supremo governante, poneva anche mente nella scelta del novello viceré a far sì che cessata ogni competenza e rischiarato ogni dubbio sui limiti de' doveri de' maggiori officiali del regno, non più si desse luogo sotto il colore di zelo a trascendere il proprio ed a turbare l'altrui potere.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187