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      Nel destinarsi pertanto al governo dell'isola il conte Costa della Trinità, gli si dava dal re un ampio regolamento [1706] ; il quale conteneva tra per le storiche notizie delle incumbenze annesse a ciascuna carica, e per le ammonizioni ed ordinazioni novelle sull'esercizio delle più importanti, quanto in un saggio e provvido governo devesi inculcare ai maggiori ministri; quanto eglino devono bramare di veder chiaramente diffinito per propria norma. E se la materia comportasse una intramessa di questa natura, non più che lieve tornerebbe a chiunque la fatica di dimostrare come in quel regolamento si trovassero temperate ad egual grado la sapienza del legislatore e la prudenza dell'uomo di stato. Onde per lo volger de' diversi tempi non venne mai fatto che scadesse fra noi la venerazione dovuta a questo capolavoro di politico consiglio.
      Il governo del conte della Trinità non fu segnato da alcun fatto memorevole. Ma non pertanto a chi esamina gli spacci ch'egli indirizzava al re sui negozi dello stato apparisce che molto avanti egli sentiva in quelle materie e che ne giudicava con animo perspicace. Ed avea egli veramente bisogno di quella sua chiarezza d'intelletto per venir sopra a quelle sinistre prevenzioni contro alla nazione, delle quali nelle scritture di questo viceré più che in quelle de' suoi precessori si vedono le prove; poiché le opinioni pregiudicate che si abbracciano le tante volte con inconsideratezza e per voci spiccatesi non si sa d'onde, non si depongono mai senza qualche sforzo di ragione; ed è perciò maggior gloria il giudicare rettamente delle cose pubbliche, quando per farlo siamo obbligati a torci d'in su gli occhi que' panni che acciecano gli uomini preoccupati.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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