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      La qual cosa non tardava ad accadere: perché era già allora pendente la dimanda dell'arcivescovo Natta, il quale avendo abbandonato malvolentieri la quiete del suo chiostro per salire a quella sede, era tutto in conseguire di rientrarvi. Onde il re avea tosto luogo non solo a dare ai solcitani il nuovo desiderato pastore; ma ancora a rimunerare l'oratore suo presso al pontefice, destinandolo ad esercitare nel maggiore aringo della chiesa principale del regno lo zelo di cui erasi mostrato ripieno pel bene universale del clero sardo [1740] .
      Uguale infine era il risultamento dell'altro negoziato di cui lo stesso vescovo era stato incaricato per ottenere il concorso dell'autorità pontificia, sia nella restaurazione dell'università degli studi della capitale, sia negli aiuti di cui quell'opera abbisognava per rispondere alle generose intenzioni del re. Per la qual cosa il papa mentre colla sua autorità [1741 ] cooperava a far risorgere in Cagliari l'antica università già istituitavi con bolla del suo predecessore Paolo V [1742] ; arricchiva anche il novello studio di alcune rendite ecclesiastiche, che doveano specialmente servire ai dispendi dell'istruzione del clero e delle discipline religiose degli studenti [1743] . Al giungere pertanto nell'isola del novello viceré Ludovico Costa della Trinità, balio dell'ordine gerosolimitano, eravi egli apportatore della desiderata notizia del compimento dato ai gravi negozi trattati colla Santa Sede; e dell'intenzione del re di porre senza ritardo mano a quell'opera, che più direttamente da lui dipendeva.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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