Pagina (785/1187)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Né voglio con ciò indicare che il ministro stesse rigidamente in sul tirato nelle sue proposizioni: imperocché quanto egli mostravasi difficile nelle pretensioni trascendenti, tanto era arrendevole nelle moderate richieste. E non solo arrendevole; ma direi quasi dolce sopra i termini dell'ordinaria sua natura, austera anzi che no; dappoiché il suo stile stesso nello
      scrivere coloravasi allora di forme più gentili; e la riverenza verso gli scienziati piegavalo a dar loro quelli encomi che sì di rado ei concedeva ai personaggi stessi posti nel grado il più eccelso.
      Nel mentre che per questi accordi era già ogni cosa vicina al termine, levavasi se non a dar impedimento all'opera, a travagliare almeno l'animo del ministro un'altra contrarietà. La riforma che trattavasi era un benefizio fatto a molti; e siccome nella moltitudine avvi sempre di quei tristi pe' quali è male ogni bene novello; così non mancarono anche fra noi quei cotali censori d'ogni mutamento, che mormoracchiavano con istolida ingratitudine del generoso divisamento del monarca. Erano questi alcuni degli anziani professori, i quali di malcuore intendevano che cosa dicesse quella riforma; ed alcuni de' loro alunni, ai quali pareva che il risorgimento delle nostre scuole non fosse così alto affare, che dovesse comperarsi a sì caro costo, qual era la condanna de' passati loro studi. Appartenendo adunque gli uni e gli altri a quella classe di falsi scienziati, la quale è la più sdrucciolente allo scrivere ed al declamare, era fra essi un gran che dire e che lamentare sopra l'onta ne tornerebbe alla nazione da quel portarsi a noi la luce d'oltremare.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187