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      Giungevano quindi nel porto di Genova il vascello e la fregata della marina reale [1755] . E veleggiava su queste navi alla volta del regno quella colonia di dotti, di cui non altra era stata per noi più cara e ben arrivata [1756] . Accolta perciò nell'approdare con ogni maniera di riverenza e di favore dal viceré, dall'arcivescovo Delbecchi, dai ministri, dal popolo; e soprattutto dalla gioventù, che leggeva sulla fronte de' novelli maestri i futuri suoi progressi. Non tardava poscia ad ordinarsi quanto era d'uopo per la solenne apertura dello studio; ed al giungere del giorno desiderato; al veder assembrati con tutta la pompa degli ornamenti accademici quei rispettati personaggi; al considerare gli onori renduti loro dal viceré, che presiedeva a quella riunione; ed al sorgere del primario professore delle scienze divine, che con grave e purgata orazione predicava la grandezza del benefizio; tanto era l'affoltarsi di ogni ordine di persone ed il senso palese, e direi quasi l'impeto della universal gratitudine, che ben si conosceva come quel giorno segnava per la nazione sarda un'epoca novella; e come il comune entusiasmo trascorreva ad antivedere nel futuro tempo i frutti sicuri di quell'opera insigne.
      Incominciavansi quindi le scuole, frequentate non solamente da' giovani studiosi e da alcuni stranieri eziandio eccitati dalla fama precorsane [1757] , ma da molti ancora degli alunni dell'antica università; i quali con lodevole disinganno fatti saggi dell'infelice condizione de' passati loro studi, volonterosi davansi per iscolari a migliori maestri.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





Genova Delbecchi