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      Sarebbe anche questo il luogo di raunare in un solo punto di vista i risultamenti migliori di quell'amministrazione; ma può bastare a giudicarne quella regola di prospero stato che mai non falla: l'accrescimento della popolazione. Gli abitanti dell'isola, i quali nel ruolo scrittone pochi anni prima [1830 ] eccedevano di poco il novero di trecentosessantamila, si trovarono nell'ultimo anno del regno di Carlo Emanuele eccedere il computo di quattrocentoventitremila anime [1831] . E con questo si ha l'argomento migliore per dimostrare che se la migliorata amministrazione della giustizia e la sanità pubblica meglio curata diminuirono il numero delle annuali perdite, specialmente fra le persone di contado, l'aumento dell'agricoltura e del generale benessere arricchì anche di novelli frutti la popolazione sarda.
      Mancava in quel tempo ai viventi il gran re Carlo Emanuele. E mancava lagrimato dagli antichi suoi sudditi, che rammentavano in lui l'eroe di Guastalla; il legislatore de' suoi popoli; il creatore di quella pubblica prosperità, a cui benefizio non avea egli mai tralasciato di applicare il grave e pacato suo senno e la costanza del suo volere. Lagrimato del pari dai sudditi novelli; pe' quali era una cosa non che veduta da essi, ma non ricordata mai dai maggiori, quella continua, prolungata ed attenta diligenza d'un re che tanto avea studiato per conoscere i loro bisogni, tanto per render migliore la loro sorte. Egli fu per noi ciò che furono per altre nazioni più grandi que' principi che diedero il nome alle migliori epoche.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





Carlo Emanuele Carlo Emanuele Guastalla