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      Nella qual cosa forse ambe le scritture ritraggono del carattere diverso che, come sovra dissi, vollero in esse imprimere gli autori; giacché ad un brieve sunto conveniva meno quella farragine di citazioni; conveniva ad una narrazione più ampia l'affrontare piuttosto l'inconveniente dello sconciare la venustà tipografica, che l'incredulità dei lettori mal prevenuti o diffidenti.
      Nullameno, acciò questa digressione si appicchi di nuovo alla materia che me ne somministrò l'opportunità, io considererò qui una delle sentenze del signor Mimaut nelle quali egli si mostra di opinione diversa dalla mia, quella cioè della minor antichità della prima istituzione dei giudici sardi in questo luogo da me trattata (vedi tomo I, cap. 26, di detta opera). Spiacemi che due degli argomenti da me a tal uopo prodotti, cioè il diploma di Gonnario del 1147 ed il provvedimento del pontefice Nicolò, non siano stati dall'autore toccati, dove imprese a discutere quella quistione. Tuttavia, siccome in una disquisizione distinta da questa (cap. 23) egli ebbe campo di rammentare quel provvedimento di Nicolò, mi gioverà il contrapporre alle difficoltà eccitate sovra gli altri argomenti, una di lui asserzione, la quale tenderebbe per se stessa a distruggerle. Intento l'autore a dimostrare che quell'atto di Nicolò era solamente un atto di autorità spirituale, e non già una dimostrazione di sovranità, segue dicendo, che quei giudici o capi, al raffrenamento dei quali indirizzavansi le sollecitudini del pontefice, erano i conti ed i duchi che governavano qualche parte dell'isola a nome degli imperatori, o quelli che in qualche altra parte, non sottomessa ai Saraceni, si erano impadroniti dell'autorità, od erano stati eletti dal popolo ". Queste parole sono la concessione la più chiara dell'esistenza di capi indipendenti nell'isola all'età di Nicolò. Epperciò con maggior confidenza mi accosto ad esaminare le obbiezioni dell'ingegnoso autore, benché io sia persuaso che in questa ripetizione delle ragioni già addotte, sarà più agevole il riforbirle che il rafforzarle.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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