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      Un'altra conghiettura infine pare debba procedere da quell'ultimo monumento del regio archivio, dove si tocca della terza porzione delle decime spettante alla Corona; poiché a questa riserva si può con molta verosimiglianza riferire quel diritto regale che anche oggidì esercitasi dai sovrani, d'imporre cioè d'accordo colla Santa Sede sui redditi vescovili pensioni equivalenti alla terza parte di quelle entrate.
      [924] Della signoria feudale introdotta in Sardegna nel tempo del governo de' giudici, si hanno le traccie nel codice di Eleonora, nella carta del 1294 (nota 124), e nella Cronaca sarda [E.Besta, cit.] , ossia Contague sardo, cit.; nella quale, parlandosi del regno di Gonnario di Torres, si narra come egli, riconoscente verso Ittocorre Gambella, protettore della di lui infanzia, gli diede in dono le ville tutte del distretto della Romangia. Uguale natura sembra avessero le concessioni fatte dai nostri giudici agli abati e vescovi; od almeno nel progresso del tempo ebbero quelle concessioni la qualità di feudi; non avendo altra origine i titoli baronali oggidì portati da alcuni dei nostri prelati, fuorché le largizioni loro fatte nel tempo dei giudici. Altra conghiettura per credere introdotta in Sardegna la signoria feudale, si trae dal vederla in quei tempi introdotta e riconosciuta in Corsica. F. Dal Borgo (Raccolta di scelti diplomi pisani, cit., n. 36) pubblicò la ricognizione del vassallaggio fatta da molti nobili di Corsica per i feudi loro conceduti dalla repubblica pisana.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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