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      Così, per tacere delle altre, la città di Cagliari nel 1637, nell'invasione d'Oristano, sborsò, per affrettare i mezzi di difesa di quella città, lire sarde 42.500, con profferta di qualunque altra maggior somma. Nel 1642 il regno era in istrettezze, perché i ministri spagnuoli aveano venduto anticipatamente per alcuni anni il dritto dell'estrazione del frumento; e si vide già nel vol.II, p. 188, come la città di Cagliari abbia superato ogni difficoltà coll'offerta di 30.000 scudi al tesoro per dieci anni. Nell'anno 1656, fatale a tutto il regno per la pestilenza che vi serpeggiava, la stessa città di Cagliari venne in sussidio dell'universale bisogno con 50.000 scudi. Risultano questi ed altri importanti servigi renduti dalla città di Cagliari dal cap. 7 altra volta citato delle dimande presentate nelle corti del duca di Monteleone. In proporzione delle rendite si potrebbe dire lo stesso dei sagrifizi fatti in ogni tempo dalle altre città del regno.
      [1436] Vedi, nota 51.
      [1437] Queste espressioni sono letteralmente tradotte dalla lettera regia, inserita nel contratto del 23 novembre 1628 in quell'occorrenza stipulato dai ministri regii, esistente in questo regio archivio di corte.
      [1438] Questa tariffa serbata nel regio archivio di corte è del 29 maggio 1329. Il dritto pel vino era stabilito se vino rosso (chiamato nella tariffa vino latino) di 1 denaro per barile; se vino bianco (detto vino greco) di 2 denari. Il dazio per un moggio di frumento era di 2 denari. Per un quintale di cacio di 4 denari.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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