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      [1697] Il capitano Porcile intraprese un nuovo riscatto di schiavi tabarchini nel 1753, cogli stessi patti già sovraccennati, per mezzo degli schiavi maomettani cedutigli a tal uopo dal papa, dall'imperatore e dal gran mastro di Malta. Nel 1754, avuti altri schiavi in Civitavecchia ed in Livorno, ottenne un cambio di quasi uno per uno. Nel 1755 accrescevasi il novero de' riscattati con quelli cui il bey dava spontaneamente la libertà per la morte del suo figliuolo terzogenito. Negli stessi anni trattavasi la redenzione degli schiavi sardi ch'erano in potere del bey; ed impiegatisi a quest'uopo li scudi settemila di private limosine raccolte nell'isola dai padri della Mercede, il re aggiungeva a tal somma altro cospicuo sussidio, ed il dono di varie preziose stoffe e di due cavalle al bey. La memoria di questo riscatto de' Tabarchini con tanta pietà del re e tanto vantaggio della nascente colonia condotto a termine in questi anni, si serba durevole entro quella popolazione per mezzo della statua marmorea colà eretta nel 1788.
      [1698] La casa fu aperta nel governo del succeduto viceré.
      [1699] Acconsentì poscia l'arcivescovo ad una concordia, per cui rimase al re la giurisdizione; ed il dominio utile si cedette alla religione de' Ss. Morizio e Lazzaro per l'erezione di una commenda. La convenzione è del 21 marzo 1758; approvata dal papa con bolla del 16 settembre 1759.
      [1700] Nel 1756.
      [1701] A queste ragioni devesi attribuire la pronta caduta delle manifatture di carta, di conciature di pelli, di cappelli, e di sapone introdotte in questi anni.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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