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      ... Due uomini a un tempo l'avevano chiesta in isposa, e un terzo, senza aver fatta la stessa domanda, l'amava, l'adorava, e lei amava lui....
      Quella notte essa non dormģ che qualche ora e il sonno fu per lei pił agitato e pił tormentoso che la veglia. Sentiva che al mattino avrebbe dovuto correr dalla mamma, confessarle l'amor suo per Enrico e pregarla a voler rispondere collo stesso monosillabo di rifiuto al Marchese e all'Ingegnere.
      Ma non ne aveva il coraggio. Essa avrebbe dovuto confessarle anche la sua corrispondenza clandestina; i suoi due peccati, che non si era perdonati ancora e che giorno e notte le stavan infitti nella coscienza, come due freccie avvelenate.
      No, no: non lo avrebbe mai fatto. Perdere a un tratto la stima della mamma che l'adorava, che la credeva infallibile, impeccabile. No, no, ella tacerebbe ancora e sempre.
      Ma il suo cuore traboccava: i segreti che vi teneva rinchiusi la soffocavano, la uccidevano, e a chi confidarli?
      Essa non aveva che un'amica, Maria, con cui aveva studiato, a cui aveva tutto confidato, benchč le fosse maggiore di qualche anno; ma essa si era maritata da due anni ed era andata a vivere a Perugia.
      Da principio Maria le aveva scritto due o tre volte per settimana. Erano lettere inebbrianti, che le parlavano della sua grande felicitą. Poi le lettere erano divenute pił rare e pił fredde, finchč ora da un pezzo non ne riceveva pił.
      Come vederla, come scriverle? Il suo segreto era di quelli, che si posson confidare solo da labbro a labbro, confondendo i fiati, e intrecciando le mani; interrompendo spesso il discorso colle lagrime e coi baci.


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L'arte di prender marito
Per far seguito a "L'arte di prender moglie"
di Paolo Mantegazza
Editore Treves Milano
1894 pagine 127

   





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