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      - Che cosa vuole! mi ha preso all'impensata ed io avevo vergogna a parlarle di queste cose; ma me lo lasci dire, l'ingegnere è un gran farabutto.
     
      Figliuola mia, un giovane che è innamorato di una signorina, che va a farle visita, deve avere lo stesso tremito con cui un credente si avvicina all'altare; deve sentirsi puro d'ogni basso istinto, e se invece ha tempo e voglia di pizzicare una cameriera, non deve avere nell'anima la menoma idealità. Egli è di certo un libertino e se ti vuol fare sua sposa è per concludere un buon affare o per soddisfare un bisogno dei sensi.
      Dopo quel dialogo tu devi chiudere la porta al pretendente e trovarti sempre fuori di casa, quando egli viene a farti visita....
      Vada ad abbracciare altre cameriere e si cerchi un'altra sposa.
      Quanto a te, devi fargli capire in un modo o nell'altro, che a lui deve applicarsi il verso:
     
      Lasciate ogni speranza....
     
     
     
      IL MARITO STUPIDO.
     
      Tesoro mio, ti farei troppo torto, se io credessi in te la possibilità di innamorarti d'un uomo imbecille e di non saperlo distinguere dopo pochi giorni di conoscenza.
      Vi sono pur troppo donne, che hanno sposato uomini stupidi, perchè eran ricchi e portavano una corona irta di corna nello stemma di famiglia. Anche le più ciniche, anche quelle che riguardano il marito come un podere o come un salvacondotto, finiscono per pentirsi di questa loro prostituzione.
      La donna che si vergogna del proprio compagno, che deve arrossire di lui in ogni conversazione, sente minorata anche la propria dignità, e quando i suoi figliuoli son grandicelli ed è costretta a compatire davanti ad essi il loro padre, prova uno di quei dolori profondi, muti, che solcano l'anima come un ferro rovente.


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L'arte di prender marito
Per far seguito a "L'arte di prender moglie"
di Paolo Mantegazza
Editore Treves Milano
1894 pagine 127