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      Ma era per dirti il perchè non potrai sposare un uomo di condizione troppo diversa dalla tua.
      La condizione sociale è il clima in cui siam nati, e accanto a noi e con noi non possono vivere bene che altri nati sotto lo stesso cielo morale.
      Metti un po' a vivere insieme in una stessa serra un abete e un'orchidea del tropico. O l'una o l'altra pianta morrà di certo.
     
      Tu dunque sposerai un uomo che esercita una delle professioni, che si chiamano liberali; forse perchè lasciano spesso la libertà di morir di fame.
      Anche se sceglierai un signore che vive di rendita, spero che non sarà un fannullone, di cui ti ho già tracciato una fotografia poco lusinghiera. Egli sarà un possidente, ma attenderà alla coltura delle sue terre o studierà per piacer suo o sarà artista; in ogni modo sarà anch'egli un operaio della grande officina sociale.
      Non credere, che sia indifferente sposare un artista o un medico o un avvocato.
      Il matrimonio è un organismo così delicato, che riceve influenze benefiche o malefiche da ogni cosa che lo circonda o lo tocca. È più sensibile d'una mimosa, d'un galvanometro o d'una lastra fotografica. Nulla che lo guardi o lo tocchi è indifferente alla sua salute e alla sua felicità.
      La professione è tanta parte di un uomo, che non si può levargliela di dosso senza strappare qualche lembo di pelle; senza lacerarne anche le carni.
      Ognuno di noi sceglie una professione piuttosto che un'altra per molte ragioni diverse, ora accidentali e fortuite, ora alte e profonde; ma soprattutto la sceglie pei gusti diversi, che sono poi l'espressione delle nostre attitudini, della nostra struttura morale e intellettuale.


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L'arte di prender marito
Per far seguito a "L'arte di prender moglie"
di Paolo Mantegazza
Editore Treves Milano
1894 pagine 127