Pagina (76/127)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Felice, tre volte felice, colui che la sceglie trascinato imperiosamente, irresistibilmente dai bisogni del proprio cervello e del proprio cuore.
      Se vi sono tanti inetti e tanti altri che maledicono la propria professione, è perchè appunto non hanno seguito nella scelta la voce, che non inganna, della propria vocazione; ma son corsi dietro a fantasmi, a fuochi fatui o hanno (ed è ancora peggio) ubbidito a influenze esteriori.
      Una volta però che abbiamo scelta una professione, essa è un vestito che non si distacca più dalla nostra pelle, facendoci più belli o più brutti del vero.
      Hai mai veduto come muti aspetto la stessa persona, secondo il vestito che indossa? Or bene una professione è più che un vestito, più che un'uniforme: è una seconda pelle che con noi vive e mentre su noi si modella, ci piega però alle sue esigenze, al suo taglio, alla materia con cui è tessuta.
      Gli uomini di genio o di ferrea volontà piegano la professione a sè stessi e ne risentono alla loro volta una piccola influenza: ma i più, cioè la gran massa degli uomini, si modella e si piega secondo la professione che ha scelto.
      Tizio è prima ingegnere e poi Tizio; e Sempronio è prima medico e poi Sempronio; e Caio è prima prete e poi Caio; perchè le deboli individualità, che sono la grande maggioranza, trovano nella professione adottata uno stampo già preparato e unto per benino, per cui vi colano la loro personcina, che vi si adagia, vi si accomoda e vi si rapprende.
      Vi sono tanti impiegati, tanti medici, tanti preti, tanti soldati così eguali tra di loro, ch'io non sento mai il bisogno di chiederne il nome e il cognome, e vedendoli e conoscendoli mi accontento di dire:


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'arte di prender marito
Per far seguito a "L'arte di prender moglie"
di Paolo Mantegazza
Editore Treves Milano
1894 pagine 127

   





Tizio Sempronio Sempronio Caio Caio