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      Essa è riuscita a coltivare in me l'amore delle cose difficili, che io aveva da natura; e ad ogni difficoltà che io incontrava sul mio cammino, ad ogni calcio villano che mi tiravano i miei colleghi o ad ogni brutale schiaffo dei miei malati trovava in sè nuove parole di conforto, nuove carezze, nuovi impeti del cuor generoso.
      M'è perfino avvenuto, che il contravveleno che essa mi porgeva mi sembrasse così dolce, da desiderare nuovo veleno per aver poi nel nido della mia casa più dolci carezze, più caro conforto:
      Ma non ami tu forse le cose difficili? Ebbene tu hai scelto per onor tuo la difficilissima e la spinosissima fra tutte le arti; e qui appunto, si parrà la tua nobilitate, e più alto e glorioso sarà il premio, quanto più contrastata e fiera sarà stata la lotta. In fondo a questa via troverai la massima delle compiacenze umane, quella di aver sparso intorno a te tante benedizioni, quella di aver fatto tacere tanti dolori, di aver salvate tante preziose esistenze, di aver forse aggiunto all'avara scienza nuove scoperte, nuove invenzioni, risorse nuove.
      E la tua buona mamma aveva ragione, perchè le posizioni facili d'una vita senza contrasti, d'una lotta senza forti avversarii, se non ci possono dar forti dolori, ci negano anche le gioie più calde e più inebbrianti.
      Poco travaglio, poco dolore e poca gioia. - Molto travaglio, molta fatica, ma anche voluttà senza nome.
      Il mondo non l'abbiam fatto noi e dobbiamo accettarlo com'è, e là si vuole, che la vittoria non si abbia che dopo la lotta.


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L'arte di prender marito
Per far seguito a "L'arte di prender moglie"
di Paolo Mantegazza
Editore Treves Milano
1894 pagine 127