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      Oh perchè mai con tante leggi draconiane, con tanti ostracismi ingiusti di incompatibilità parlamentari, non abbiamo ancora avuto un ministro così savio e così coraggioso da proporre l'esclusione degli avvocati dal Parlamento?
      Perchè?
      Perchè i ministri dell'interno son quasi tutti avvocati e i deputati sono in gran parte avvocati e il suicidio è un delitto!
      Eppure quella savia esclusione basterebbe a moralizzare l'ambiente parlamentare, a risanarlo e a prolungare la vita del nostro parlamentarismo tanto malato.
      Ma io, tesorino mio, non devo parlarti dell'avvocato che come marito possibile; e gli avvocati son tanti e anch'essi hanno come tutti i galantuomini il diritto di prender moglie.
      L'avvocatura per sè stessa esercita una piccola influenza sulla felicità del matrimonio.
      L'avvocato è generalmente una persona colta, esperta delle umane vicende, per lo più eloquente; che anche in amore adopera bene le armi della parola, dei sofismi e dei sillogismi.
      Hanno però una facile tendenza a scambiare la verità colla bugia, dovendole adoperare egualmente bene nelle esercitazioni del Foro e dovendo per loro ufficio persuader gli altri di ciò, di cui essi stessi non sono convinti.
      È naturalmente questione di arte, che può non intaccare il fondo del cuore. Un avvocato deve difendere un ladro, un omicida, un falsario; ma non per questo deve approvare in cuor suo il furto, l'omicidio e il falso. Egli è come l'attore drammatico, che non diventa un tiranno perchè rappresenta Luigi XI, nè un imbroglione, perchè fa la parte di Rabagas.


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L'arte di prender marito
Per far seguito a "L'arte di prender moglie"
di Paolo Mantegazza
Editore Treves Milano
1894 pagine 127

   





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