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      Nel più dei casi la colpa è di tutti e due. Talvolta se la dividono in due metà così eguali, che davvero, guardandosi in faccia, potrebbero ridere e gettarsi l'un l'altro con ironia semigaia un
     
      Tu l'as voulu, Georges Dandin!
     
      Comincia dunque tu stessa, figliuola mia, a portare alla grande associazione della felicità in due, tutta la tua parte di contributo.
      Tu devi considerare tuo marito, come una parte di te stessa, di cui devi occuparti, come lo fai per le tue mani, per la tua faccia, pei tuoi visceri.
      Tu governi mani e faccia e visceri, colle regole dell'igiene e sulla guida della tua esperienza.
      E tu devi governare questa altra metà di te stessa, che è il tuo sposo, colle regole di una sana e sapiente diplomazia.
     
      Non spaventarti di questa brutta parola.
      Se nel mondo politico diplomazia vuol dire l'arte d'ingannarsi a vicenda, nel mondo del matrimonio significa soltanto saper maneggiare l'altra metà di sè stessi con accorta delicatezza, con affetto costante, con profondo conoscimento del cuore umano.
     
      E per mostrarti subito l'indirizzo di questa diplomazia domestica ti dirò, che deve ispirarsi tutta quanta al più santo dei precetti fondamentali del Vangelo, corretto però e migliorato:
      Il Vangelo dice:
     
      Amerai il prossimo come te stesso.
     
      E la moglie deve dire:
     
      Amerai tuo marito più di te stessa.
     
      A meno di aver sposato un uomo indegno di questo nome, un egoista di ghiaccio, un vizioso da bordello, un eunuco del cuore; egli ti amerà sempre e molto, pur che tu lo ami sempre e molto.
     
      Amor che a nullo amato amar perdona


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L'arte di prender marito
Per far seguito a "L'arte di prender moglie"
di Paolo Mantegazza
Editore Treves Milano
1894 pagine 127

   





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