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      Nel plico trovai subito queste poche righe senza data:
     
      «Mio amico,
      Qui unite e suggellate troverete alcune lettere: ciò che ho di più caro al mondo. Serbatele per dieci anni ancora, se durante questo tempo, nessuno sarà venuto a domandarvele a nome mio, pubblicatele. Con questa mia volontà credo di obbedire ad una voce della mia Emma quand'ella mi diceva:
     
      Ogni atto della tua vita sia un'azione utile; anche i nostri dolori debbono essere utili a qualcuno.
     
      Amico, io vi ringrazio ancora una volta di quanto avete fatto per Emma, durante un'ora, a Madera, di quanto avete fatto sempre per il
     
      vostro William».
     
     
      V. RELIQUIE DI WILLIAM E DI EMMA.
     
     
      William ad Emma.
     
      Londra, 12 gennaio 18...
     
      Voi vorrete perdonarmi se vi scrivo: vorrete perdonarmi ancora se vi scrivo come se questa non fosse la mia prima lettera a voi diretta, ma la centesima e la millesima. La parola scritta è più solenne della parola parlata, questo è verissimo; e non ho mai sentito come in questo momento la verità di questo fatto, ma credo di avere il diritto di dirigervi il mio pensiero anche per questa via. È già più di un anno ch'io vi ho veduta, e voi sapete dove e come e quando. Nell'incertezza che mi tormenta, ho questa carissima compiacenza che anche voi ricordate quel giorno, quell'ora, quel momento.
      E da quel giorno, miss Emma, voi lo sapete, io non ho pensato che a voi, io non ho cercato che voi, io non ho vissuto che col vostro nome sulle labbra, colla vostra immagine nel cuore. Ho amato tutte le creature vestite di azzurro, ho prestato un culto di adorazione al cielo azzurro, ai fiori azzurri, ai nastri azzurri, perché vi aveva veduta per la prima volta vestita con un abito bianco, stretto da un lunghissimo nastro di quel colore.


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Un giorno a Madera
di Paolo Mantegazza
Casa Editrice Bietti Milano
1925 pagine 147

   





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