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      Perché mai l'amore si permette questi scherzi crudeli? Saldare insieme l'orso bianco ed il tigre, il pino e la rosa, il ghiaccio e il fuoco? Mentre io soffro di un dolore senza nome che dovrebbe spegnersi nel pianto che non ha parole, nel delirio che non ha pensieri; la volontà dell'inglese vuol dominare il dolore, vuol dargli forme di pensiero elevato, vuol cambiare la tortura in un'arte, vuole nelle viscere palpitanti e straziate cercare il bello. Emma, Emma, voi capivate tutto questo, avreste potuto educarmi, voi avreste saputo trovare il segreto di ordinare tutte queste forze, sicché io non fossi un paradosso vivente, ma un uomo utile e buono.
      Emma, perché vuoi uccidere te stessa, perché vuoi farti suicida? Voi lo sentite: non è superbia la mia. Le nostre anime sono saldate insieme, i nostri cuori battono in uno stesso tempo, il fiato dell'anima vostra cerca il mio; uccidendo William, voi date morte a voi stessa. Perché volete morire, voi, così giovane, così bella, così cara? Perché volete far morire due creature che, messe vicine, sarebbero tanto felici, che benedirebbero l'ora in cui son nate, e il padre e la madre, e il Creatore che li aveva fatti l'un per l'altro? Qual'è la parola, qual'è il segreto che spiega questo orrendo misfatto?
      Io divento superstizioso; mi par di sentirmi nella grotta fredda e umida di una sibilla che non vedo, mi par di sentirmi i brividi e di attendere da una parola magica la sentenza del mio destino. Esiste dunque il fato; esiste dunque l'incubo e la strega e la magìa e l'arcano, l'inesorabile silenzio del tempio e la parola che uccide senza giudizio?


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Un giorno a Madera
di Paolo Mantegazza
Casa Editrice Bietti Milano
1925 pagine 147

   





Emma William Creatore