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      Voi siete morta di certo, miss Emma.
      Io sono vile, io sono vile; io vi domando per pietà, in nome di vostro padre che nominate sempre e che io odio come odio voi, come tutti gli uomini, come tutto l'universo... in nome di vostro padre una parola...
     
     
      Emma a William.
     
      Londra, 16 gennaio 18...
     
      In nome di mio padre che voi odiate, in nome del vostro amore per me, dimenticatemi, William.
      Non sapete voi che soffro anch'io, che anch'io maledico quel destino di cui avete raccapriccio, quel destino che non è un sogno fantastico della nostra mente, ma che esiste, ma che è al di sopra di noi e più forte di noi? Povere gocce di un mare senza confini, noi dobbiamo al mare la nostra gioia, i nostri dolori. Il dovere esiste prima di noi, l'umana famiglia esiste prima di noi, e ad essa dobbiamo il nostro sacrificio di lagrime e di sangue. La creatura d'un giorno non ha diritto di spegnere il sole per riscaldare sé sola o il nido dei proprii amori.
      Dimenticandomi, William, voi adempite un dovere, fate un atto generoso, nobile, grande, ed io lo adempio con voi. Nel vincolo di un santo dovere noi saremo stretti insieme per tutta la vita.
      Ricordate pure la vostra Emma, ma amate un'altra donna; sopratutto dimenticatemi. L'amore non è tutto l'uomo, al di sopra di esso vi è il dovere, al di sopra di esso vi è la virtù, vi è la grandezza del sacrificio, vi è la felicità della famiglia umana. Tutte le creature che amano, tutte le creature ardono il loro fuoco d'amore; ma l'uomo soltanto può spegnere l'amore per diventare nobile e grande.


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Un giorno a Madera
di Paolo Mantegazza
Casa Editrice Bietti Milano
1925 pagine 147

   





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