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      Non domandate dove porterò i miei passi e i miei dolori. Lasciate solo una riga a casa mia che mi dica che voi mi ubbidite, che voi vivrete, che voi farete ogni sforzo per dimenticarmi, per trasformarvi in mio fratello. E poi, William, giuratelo, non mi cercate, fate di non scrivermi più mai.
      Addio, mio William; non spegnete la vostra giovinezza, la vostra forza, il vostro genio in una sterile via che non può condurvi che alla disperazione. Siamo creature troppo deboli per combattere contro tutti. Che la vostra vita non sia una maledizione! Guardatevi intorno, vedete quante cose difficili potete fare: quante grandi verità potete conquistare; lavorate, consolate, rialzate i caduti, confortate gli avviliti, seminate la gioia e la verità intorno a voi.
      Fate tutto questo per amor mio, per amore della vostra
     
      sorella EMMA.
     
     
      William a Emma.
     
      (senza data).
     
      Sì, Emma, vivrò perché mi amate: vivrò perché dovete amarmi eternamente; ma non vi dimenticherò mai, ve lo giuro; amo voi sola, mio tesoro, mio Dio, mio tutto.
     
     
      William a Emma.
     
      San Terenzo, 20 Aprile 18...
     
      Mia sorella, maleditemi, ma ascoltatemi. Io non so resistere a dirvi subito che son qui presso a voi: è una gioia troppo grande questa, perché la possa nascondere, perché la possa tacere. Qui dove mi trovo vedo la casa dove abitate, vedo le finestre chiuse dietro a cui state, in questo momento, sognando e sospirando. Fra me e voi non vi sono che due palmi di giardino: e le canne del mio orto, mosse dalla brezza marina, accarezzano amorose le pareti della vostra casa.


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Un giorno a Madera
di Paolo Mantegazza
Casa Editrice Bietti Milano
1925 pagine 147

   





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