Pagina (45/147)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E infatti non ho io violato la parola data?
      Son passato dinanzi alla vostra casa: era chiusa; chiuse tutte le finestre; tutto dormiva. Ho fatto il giro della casa, e là dove la parete s'inalza sopra un sentiero campestre, mi son guardato intorno; e non vedendo alcuno, mi sono avvicinato e ho baciato quella parete. Non avete voi sentito quel bacio?
      Fuggii come se avessi ucciso un uomo, e per più di mezz'ora, turbato, confuso, col corpo tutto in sudore mi sono gettato per viottoli solitari, fra i boschi di olivi, ora guardando alla vostra casa, ora al mare, ora al cielo, finché la stanchezza dei muscoli m'ebbe dato un po' di calma. Oh, come mai il fragile corpo dell'uomo può tener chiuso in sé tanto fuoco, tanto delirio, tanta vita: tutto un mondo di gioia che combatte con un altro mondo di dolore?
      Son ritornato al villaggio per la via del mare; camminava lesto lesto sull'orlo dell'acqua, e mi divertiva a veder cancellare le mie orme lasciate sulla finissima arena dal molle e bianco merletto delle onde che parevano volermi baciare i piedi. Qual fascino riunisce tutti gli uomini su quell'orlo sottile che separa la terra dal mare, il finito dall'infinito; la vita di un giorno dai sogni eterni della speranza e del desiderio!
      Domandai se in San Terenzo vi fosse una posta; mi dissero di no, che conveniva portar la lettera a Lerici; non v'era altro mezzo che cercarmi un messaggero. Lo trovai, e messomi a sedere sopra un muricciuolo, attesi coll'orologio in mano il ritorno del piccolo pescatore dai piedi nudi che aveva mandato colla mia lettera.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Un giorno a Madera
di Paolo Mantegazza
Casa Editrice Bietti Milano
1925 pagine 147

   





San Terenzo Lerici