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      Emma a William.
     
      San Terenzo, 20 aprile 18...
     
      Mio William, mio caro William; hai tu bisogno che io ti dica per chi batta il mio cuore, dopo tanti mesi di comuni angosce, dopo tanti dolori comuni; hai tu bisogno delle parole per sapere chi ama la tua povera Emma? Non lo sai tu meglio di me? Ma Emma non può esser tua, né d'altri; ella è legata da un santo giuramento a viver sola, a morir sola.
      Il mio sangue è maledetto, è sacrato fatalmente a spegnersi in sé stesso, il tuo amore e il mio e tutte le forze umane unite insieme non potrebbero scongiurare questa sentenza inesorabile, dinanzi a cui la tua Emma ha piegato il capo già da parecchi anni, anche prima che ella ti avesse conosciuto.
      Giurai a mio padre di non esser mai la sposa di un uomo, quando io ignorava che cosa fosse l'amore, e quando l'affetto per mio padre mi riempiva tutto il cuore. Giurai di non portar mai sulle mie ginocchia un bambino che mi guardasse teneramente e sorridendo mi dicesse: mamma! quando io stessa era poco più di una bambina. Ora so che cosa voglia dire amare: so che è qualche cosa più che il vivere; indovino ora che cosa debba essere una madre: ma non sarò mai né sposa, né madre, né potrò mai violare il mio giuramento. Oh! perché mio William, un destino crudele ti ha spinto sul mio sentiero, perché mi hai amata, perché mi hai tanto amata? Io sola avrei portato il peso del mio dolore, io sola mi sarei perduta nel vuoto infinito della mia solitudine, sola con la memoria di mio padre, fiera di adempiere un dovere, di serbarmi fedele alle sue ceneri, alla santità della mia parola!


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Un giorno a Madera
di Paolo Mantegazza
Casa Editrice Bietti Milano
1925 pagine 147

   





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