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      RICORDI A MIA FIGLIA EMMA.
     
      Nessuno ha il diritto di dar la vita ad altri, quando la ragione, l'esperienza, il consenso universale gridano ad alta voce che questa vita sarà breve, malaticcia, infelice.
     
      Mente per la gola, bestemmia contro Dio e contro la nostra dignità chi nega all'uomo il libero arbitrio.
     
      Tutte le convinzioni, tutte le speranze d'un avvenire immortale sono sante dinanzi alla ragione, quando tendono ad elevare l'uomo in una sfera di sentimenti che lo fanno grande anche nella vita terrena; ma è eretico contro Dio e contro la ragione chi nega all'uomo la libertà del pensiero e dell'azione, chi gli rifiuta il santo battesimo del libero arbitrio.
     
      Non v'ha forza di passione, non fascino d'amore, non turbine di delirio che possa far piegare al male che deve e vuol fare il proprio dovere.
     
      Al disopra dell'uomo sta il dovere: al disopra del dovere non c'è forse che Dio.
     
      In tutte le età, in tutte le condizioni della vita, presso tutti i popoli e in tutti i tempi, al disopra di ogni legge e di ogni religione sta primissimo il dovere di non far male ad anima viva.
     
      Generare figliuoli malati è fare un grandissimo male, uno dei maggiori forse, alle creature che più caldamente amiamo, alla carne della nostra carne, al sangue del nostro sangue.
     
      Il generare figliuoli malati per propria colpa è peggio che uccidere un uomo nell'impeto della passione: è versare il veleno impunemente, proditoriamente nella coppa di una persona amata.
     
      Esser malati e voler avere figliuoli è egoismo brutale, è delitto; è seminare rimorsi per tutta la vita.


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Un giorno a Madera
di Paolo Mantegazza
Casa Editrice Bietti Milano
1925 pagine 147

   





Dio Dio Dio