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      Non maledire tuo padre. Quand'egli era giovine, quando diede la mano di sposo a tua madre, i medici erano manipolatori brutali di lancette e di calomelano; essi non sapevano farsi sacerdoti della forza umana, custodi della salute dei sani. Essi non sapevano dire al tisico, all'epilettico, all'uomo debole: - Questa tua vita tu non l'hai a dare ad anima viva; meglio sarebbe piantare un pugnale nel cuore del tuo più fido amico.
     
      Tuo padre ti lasciò in eredità un dovere, un terribile dovere da compiere: vivere senza amare: essere donna senz'esser madre: ma io muoio tranquillo, perché il giuramento di mia figlia non sarà violato ed ella farà tutto il bene che il padre non ha potuto compiere.
     
      Non fare il male quando le passioni più irresistibili ci trascinano, quando le leggi umane ce lo consentono, quando il suffragio universale non ci condanna, è opera grande; è eroismo maggiore di ogni eroismo che si spieghi sui campi insanguinati delle battaglie.
     
      Ma finché ogni uomo non sarà capace di adempiere a questo dovere, l'umanità non avrà raggiunto il tipo della sua perfezione ideale.
     
      Il tuo sentiero, mia Emma, corre sull'orlo di un abisso, ma tu puoi cogliere qualche fiore su quella via a cui ti condanna tuo padre. Tu hai una missione in questo mondo, tu hai a raggiungere un'erta a cui pochi arrivano; tu hai a farti vestale d'un fuoco santo che finora per propria fortuna gli uomini non lasciarono spegnere ancora, il fuoco sacro del dovere.
     
      Chi si sacrifica al proprio dovere, vive in un'atmosfera dove forse non brilla il sole, ma dove il cielo è sempre sereno.


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Un giorno a Madera
di Paolo Mantegazza
Casa Editrice Bietti Milano
1925 pagine 147

   





Emma