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      II. Mentre nessuno, fra quelli che pensano, sfuggì al dubbio religioso, molti ne sono deliberatamente usciti facendo olocausto d'uno all'altro degli elementi anzidetti della natura umana; e fra questi vi sono pure uomini di alto ingegno, vi è il maggiore degli scrittori italiani del secolo, Alessandro Manzoni, il cui fervore di sentimento fu sì grande da farlo gridar clericale da alcuni pensatori e dalla turba che accetta i giudizi belli e fatti per dispensarsi dal pensare e ragionare da sè. Il sarcasmo contro i grandi e la loro depressione piacciono alla maggioranza composta di piccoli, ai quali par di elevarsi alla cattedra se ajutano ad abbassare il livello morale dei maestri. Che più? alcuni di quegli stessi che sentono troppo la potenza del bello per negare la grandezza di Manzoni, li vediamo, tra un elogio e l'altro, torcere il collo in atto compassionevole per deplorare che tanto ingegno sia stato impiegato negli Inni e nei Promessi Sposi, romanzo in cui, orrore degli orrori! si parla d'un arcivescovo dabbene che non si chiana Myriel; nel qual caso è riconosciuto lecito a Victor Hugo di creare un santo nuovo da aggiungere ai vecchi del calendario, senza paura di sentirsi abbajar dietro: dalli al clericale!
      Alle accuse di clericalismo risposero molti valenti scrittori e filosofi: talchè, quando venne fuori la critica di Settembrini, parve fosse stato aperto un concorso a chi prima corresse a toccare il pallio colla risposta; e, se non c'inganna la poca scienza nostra, i difensori erano quasi tutti cattolici.


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Del trionfo della libertà
di Alessandro Manzoni
Editore Sonzogno Milano
1882 pagine 91

   





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