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      Secondo la nostra opinione, che i lettori conoscono, la fede significa prevalenza del sentimento a danno della ragione; ma questa ragione, quando l'uomo si chiama Manzoni, non può starsene da un canto fra i ferravecchi. Ed ecco farsi innanzi, non più come regina o come eguale, ma come ancella del sentimento: e a questo consacrare tutta la sua potenza, per ajutarne il trionfo. Infatti nel primo capitolo, dopo avere proclamato con san Paolo il rationabile obsequium vestrum, aggiunge tosto che la mente nostra non sarebbe arrivata a scoprire molte verità della religione se Dio non le avesse rivelate; e la rivelazione impedisce al culto d'essere razionabile perchè è all'infuori della ragione.
      Da quel maestro che è, il Manzoni fonde in una sola la morale evangelica e quella della Chiesa cattolica; e, come notò anche il Camerini, «era impossibile non vincere, una volta stabilita simile parità.»
      VII. La sincerità della fede di Manzoni traspare dai suoi scritti, come egli stesso scriveva a Diodata Saluzzo di desiderare che fosse; ed aggiungeva che «le verità istesse, che pur si trovano senza la scorta della religione cristiana, non mi sembrano intere, fondate, inconcusse se non quando son ricondotte ad essa, ed appajono quel che sono, conseguenza della sua dottrina.» Ma siccome aveva una mente potente e un cuore aperto a tutte le virtù di uomo e di cittadino, così tutte le verità che trovava senza la religione facilmente le accomodava ad essa; ben diverso in ciò da quei credenti i quali credono la religione un campo chiuso, sopratutto a ciò che è nuovo e che significhi progresso.


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Del trionfo della libertà
di Alessandro Manzoni
Editore Sonzogno Milano
1882 pagine 91

   





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