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      V'è la sola diversità che noi prendiamo a prestito il linguaggio da tutti i vocabolari, con un eclettismo che somiglia al mantello della maschera orobica.
      II. Per i nostri nonni del 1800 sarebbesi detto non fosse esistito il medio evo: e sì che se volevansi esempi di virtù e di eroismi, nelle storie comunali ne avrebbero trovati di non men grandi e di più certi che in quelle di Grecia e di Roma. Ma di tal preferenza classica vi erano parecchie cagioni, oltre quella vieta della lampada la cui fiamma guizza più lucente quand'è prossima a spegnersi.
      La storia dei bassi tempi, nel secolo scorso, non si studiava cogli intenti civili d'oggi, ma era uno studio di squallida erudizione che contendeva all'edera e al museo un simbolico capitello, o un epitaffio, o uno stemma mezzo roso dall'età, ed alla ruggine edace sottraeva una sbiadita moneta; e se alcuno scriveva la storia de' suoi tempi, la foggiava sulla falsariga delle classiche. La Società Palatina iniziò la rivendicazione del medio evo, ed aiutò il Muratori, l'Argellati, il Sassi, il Sigonio, dai quali, fu a sua volta ajutata, a pubblicare le loro opere; poi i padri cistercensi di Sant'Ambrogio, e l'Oltrocchi, il Lattuada, l'Allegranza, il Sormani e finalmente il Giulini, s'adoperarono a raccogliere gli sparsi materiali per una storia di quell'epoca sconosciuta. Ma tutti costoro facevano lavori pei dotti: le loro idee non scendevano nelle masse, nè essi si curavano di renderle popolari, paghi del plauso che raccoglievano fra i compagni degli studii loro.


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Del trionfo della libertà
di Alessandro Manzoni
Editore Sonzogno Milano
1882 pagine 91

   





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