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      Il medio evo aspettava sempre il suo Colombo, perchč il popolo non aveva che una confusa idea di cavalieri catafratti che si agitavano in una notte caliginosa di ignoranza e di barbarie.
      L'arte gotica era chiamata «una ignorante mostruositą» e i nostri monumenti portano ancora le tracce del deturpamento cui furono assoggettati per esser ridotti agli stili classici. Č vero che il Muratori, nelle Antiquitates Medii Ęvi, delineando sotto i vari aspetti quella lunga e procellosa etą, aveva mostrato «che siamo figli, meno de Greci e Romani, che della civiltą del Medio Evo, nel quale sono le radici della politica e morale costituzione odierna; e che l'Italia ebbe gloria e grandezza in que' secoli che i filosofisti si dispensano di studiare col qualificarli di barbari.» Ma le Antiquitates, per la loro stessa natura, non potevano andare nelle mani di tutti, nč avere influenza diretta sulle idee e sui costumi; occorreva l'opera di uno scrittore che rendesse facili ed attraenti quei concetti.
      Pertanto se non si parlava degli eroismi popolari del medio evo, era solo perchč non si conoscevano; e, quel ch'č peggio, non si credevano degni di studio, stimandoli soggetti da frati e da archeologi barbogi. Non era ancor cominciata quella ricerca delle condizioni dei popoli che distingue ed onora l'etą moderna; nessuno si curava degli oppressi, paghi di conoscere il nome degli oppressori; nč v'era chi tentasse indovinare, negli ingenui scritti dei cronisti, i dolori delle plebi passate, dalle quali erano uscite le moderne coi loro vizii e colle loro virtł. Dominava tuttora, ad onta della repubblica venutaci da Francia, il rispetto per l'individuo, per l'eroe: mentre oggi ogni individualitą, per quanto grande, non si puņ separare dal popolo da cui č uscita per pochi istanti, perchč la massa raggiunge in breve il precursore, e lo lascia indietro, sebbene essa sia composta di mediocri, di umili, di bassi; ma quell'individualitą ha un nome ed una vita mortale: la massa popolare, l'umanitą non muore mai, nč mai s'arresta nel suo cammino.


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Del trionfo della libertą
di Alessandro Manzoni
Editore Sonzogno Milano
1882 pagine 91

   





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