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      La intolleranza è una malattia dell'intelligenza, come è la cecità del corpo; ma è malattia volontaria, perchè basta voler vedere per conoscere, per comprendere ed imparare ciò che di bene e di male avvi dovunque per scegliere e profittare del buono e fuggire il cattivo. Per questo nessuno era più acconcio ad assidersi arbitro nella gran lite, nessuno a dare più corretto giudizio, a presentare l'esempio migliore. Ma l'antico Adamo satirico fa capolino nell'uomo nuovo: e nel fervore della lotta, dopo la difesa degli Dei, fatta da Monti contro l'«audace scuola boreal» comparve una risposta intitolata L'ira d'Apollo. Era l'antico discepolo, che aveva pochi anni prima prestato persona, voce ed affetti ai fiumi ed alle ombre, che in nome dell'avvenire rispondeva al vecchio maestro, ultimo sostenitore d'un passato irrevocabile. Alla foga altisonante di Monti, ei contrappose l'arguto sorriso: asserendo d'aver veduto Apollo calare sulla torre del Baradello, e tender l'arco contro Milano per saettarlo. Mosso da terrore pei Lari amati, Manzoni lo supplica di frenare la sua ira, perchè uno solo è il reo, mentre lui venerano tutti i milanesi del Cordusio e del Bottonuto: lo chiama con tutti i suoi epiteti, non obliando quello di Sminteo, ricordo della vittoria sui topi della Misia: e invocando gli Dei si protesta «umilissimo servo a tutti quanti.» Prega infine il Nume affinchè
      ....le misure energicheSol contro l'empio schernitor sien prese.
      Apollo, stando la proposta della parziale vendetta, dichiara che per ridurre alla disperazione il poeta che osa negarlo, gli torrà la lira eburnea e il plettro aurato.


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Del trionfo della libertà
di Alessandro Manzoni
Editore Sonzogno Milano
1882 pagine 91

   





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