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      Uno dei più moderati, il Filangieri, nella Scienza della Legislazione consacra molte pagine a combattere quel che chiamavasi «superstizione» per non dire apertamente «papato,» e scrive: «la superstizione è la nemica dichiarata d'ogni utile riforma, è una leva possente che agita la terra, fissando il suo punto d'appoggio nel cielo, è la tiranna degli ingegni, ed in tutti i secoli ha dichiarato guerra a coloro che per fortuna degli altri, ma per la propria disgrazia, la natura ha condannati ad essere grandi uomini: perseguitò fin nei segreti recessi dei loro gabinetti i dotti investigatori della natura...; ha dato alla verità tante vittime, agli errori tanti martiri, al fanatismo tanti roghi, alla religione tanti ipocriti e tanti inimici.»
      (68) O gran Tosco. Galileo Galilei, che non manca mai d'essere citato ogni volta si parla dei rapporti della Chiesa romana colla scienza. Oggidì però gli storici, coll'appoggio del processo recentemente pubblicato, hanno dimostrato che fu bensì Galileo perseguitato dall'Inquisizione per causa delle sue scoperte scientifiche, ma con buona pace dei romanzieri e dei pittori, non fu sottoposto a torture o ad altre personali sevizie. Sono abbastanza gravi le colpe vere della Corte romana senza attribuirle anche il carico delle false. Del resto la sola persecuzione, la prigionia e la relegazione, per quanto non inasprite dai tormenti, sono già bastevoli a farci biasimare la Corte papale.
      (69) In questa invettiva di Bruto si parla parecchie volte contro il celibato degli ecclesiastici.


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Del trionfo della libertà
di Alessandro Manzoni
Editore Sonzogno Milano
1882 pagine 91

   





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