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      Nessuna libertà nelle cose oneste perché col fine di aver sotto la mano ogni uomo per prevenire e punire ogni delitto, le gride assoggettavano ogni mossa del privato al volere arbitrario di mille magistrati, ed esecutori d'ogni sorta. Ma chi si era messo in istato di guerra colle gride, e cogli ordini d'ogni specie, chi aveva già disposti i suoi mezzi di difesa nella forza aperta, o nelle astuzie legali, o nella protezione, o nella connivenza allora comune e scandalosa dei giudici, chi poteva e voleva ammazzare o dar la mancia ad un birro, quegli era libero nelle sue operazioni, al sicuro delle gride, e in caso di rivolgerle anche contro gli altri quando i suoi mezzi privati non fossero stati bastanti. Accadeva a taluno di costoro di morire di morte violenta, di esser sbanditi, vivevano in continuo sospetto, che vuol dire, erano nella condizione di tutti i loro contemporanei. Quegli stessi che non avevano un animo provocatore ed ingiusto si trovavano come costretti di guardarsi e di stare sulle difese, il che teneva per dir così una quantità di forze sempre in presenza e dava a tutta la società un'aria di sospetto, di offesa. Ad ogni momento tutto era pronto, per venire alle mani.
      L'uomo che teme l'offesa e che vuole offendere, cerca compagni, quindi la tendenza universale a quei tempi di arruolarsi per dir così, in classi, in corpi, in maestranze, in confraternite. Alcune classi già anticamente costituite avevano anche per questa circostanza una forza preponderante e spaventosa, quindi gli altri per non trovarsi sempre individui contra una società, dovevano esser contenti di trovare un motivo per riunirsi, di avere deliberazioni, massime comuni, privilegi, e una bandiera, e di potere, quando fossero toccati, rivolgere le forze solidali di molti a loro difesa.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802