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      Salutavano essi umilmente il Padre Galdino, e quelli a cui egli domandava come l'andasse: «Come vuole padre?» rispondevano: «la va malissimo». Alcuni, che in tempi ordinarj non avrebbero osato fermare e interrogare il Padre Guardiano, fatti più animosi per la miseria dei tempi gli dicevano: «Come anderà questa faccenda, Padre Galdino
      «Sperate in Dio che non vi abbandonerà. Povera gente! il raccolto è proprio andato male?»
      «Grano non ne abbiamo per due mesi, le castagne sono fallate e il lavoro cessa da tutte le bande».
      Questa vista e questi discorsi crescevano vie più la mestizia del buon Capuccino, il quale camminava col tristo presentimento in cuore di andare ad udire una qualche sventura.
      Ma perché aveva egli in cuore questo presentimento? E perché si pigliava tanto a cuore gli affari di Lucia? E perché al primo avviso si era egli mosso come ad una chiamata del Padre Provinciale? E chi era questo Padre Cristoforo?
      Se il lettore non fa tutte queste interrogazioni per malevola impazienza né per cavillare il povero narratore, ma per una sincera volontà d'imparare e di essere informato della storia, legga quello che siamo per dirgli intorno al nostro buon frate, e sarà soddisfatto.
      Il Padre Cristoforo da Cremona era un uomo di circa sessant'anni; e il suo aspetto come i suoi modi annunziavano un antico e continuo combattimento tra una natura prosperosa, rubesta, un'indole pronta, ardente, avventata, impetuosa, e una legge imposta alla natura e all'indole da una volontà efficace e costante.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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