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      Fece educare signorilmente il figlio come s'usava in allora, cercando d'imitare, in quanto gli era permesso dalle leggi, dalle consuetudini, e dal timore del ridicolo. Gli diede maestri di lettere, e di esercizi cavallereschi; e morì lasciandolo ricco e giovanetto. Ludovico aveva contratte nella sua educazione abitudini signorili, e le ricchezze avevano attirati adulatori che lo avevano avvezzo ad esigere molti riguardi; quando volle mischiarsi coi principali del paese, l'accoglimento o piuttosto le ripulse che n'ebbe fecero un contrasto molto spiacevole colle sue abitudini. A rendere la sua situazione più angustiosa, e ad accrescere il suo mal umore inquieto contribuiva anche non poco l'indole sua onesta ed iraconda ad un tempo, che gli rendeva insopportabile lo spettacolo delle angherie e dei soprusi che commettevano alla giornata quelli ch'egli non era portato ad amare. Viveva egli lontano da essi, ma come non poteva non vederli, e non sentirne parlare, ad ogni occasione mostrava apertamente il disprezzo e il rancore che sentiva per essi. Questo sentimento unito alla bontà e all'amore della giustizia ch'era grande in lui, lo portava ad assumere volentieri le difese degli oppressi; e con molte sconfitte e con qualche riuscita, con molte spese, con molti raggiri, con molta audacia, e con qualche guajo che aveva corso si era fatta una riputazione di protettore, ch'egli era sempre più impegnato a sostenere, e che gli aveva procurato il favore di molti, e l'odio caldo e risoluto di alcuni potenti.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802