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      Ma il signor curato e il signor dottore...»
      «Non pensare a questo che è inutile: io sono un povero frate, ma ti ripeto quello che ho detto a queste donne: per poco ch'io sia non vi abbandonerò». «Oh lei non è come gli amici del mondo. Sciaurati! dopo tante promesse fatte nell'allegria, che darebbero il sangue per me, che mi avrebbero sostenuto sempre, che se avessi avuto briga con qualcuno per cavaliere ch'ei fosse... e poi: se vedesse come si ritirano: oh nessuno più ne vuol sentire a parlare...»
      Mentre Fermo parlava il Padre Cristoforo lo guardava coi suoi occhi scintillanti, e prendeva un'aria severa di modo che Fermo si andava accorgendo che le parole sue non erano gradite, ed ora voleva lasciar cadere il discorso, ora tentando di raggiustare la faccenda, si andava incespicando e pronunziava parole sconnesse... «voleva dire: cioè Padre, non m'intendo mica...»
      «E che Fermo! dunque tu avevi cominciato a guastare l'opera mia, prima ch'ella fosse intrapresa! Tu pensavi a difenderti della violenza colla violenza! Ringrazia il cielo che sei stato disingannato a tempo. Come! tu speravi soccorso da questi che tu chiami amici? Soccorso per liberarti dalla ingiustizia? Poveretto! non sapevi che ogni uomo ama troppo la sua vita e il suo riposo per sagrificarlo alla giustizia, alla giustizia altrui? Sì; pel denaro, per la vendetta, pel diletto di far male l'uomo disprezza il pericolo; sì allora egli sente qualche cosa che lo porta con gioja ad affrontare il suo simile: ma perché uno non sia oppresso, ma perché non s'impedisca una cosa giusta, ma perché le cose vadano come dovrebbero andare, tranquillamente ordinatamente, tu credevi che troveresti chi si armerebbe con te contra un potente?


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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