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      Il Castellotto di Don Rodrigo era posto sul pendio della montagna discosto due miglia dalla casetta di Lucia, un po' più basso e più verso settentrione, e a tre miglia circa dal convento il quale come abbiam detto era al piano del fiume, e nel paesetto posto sulla riva sinistra. Questo castellotto posto sulla cima d'uno di quei piccioli promontorj fra i quali si dividono le grandi montagne, era fuori dell'abitato. Intorno al castellotto erano tre o quattro casette di contadini che lavoravano i fondi di Don Rodrigo, e che gli facevano da servitori e da bravi secondo l'occorrenza: vecchj che parlavano dell'antico onore della casa e delle loro prodezze giovanili, e le proponevano in esempio ai giovani: giovani che cercavano di emulare quei fatti gloriosi, e donne che sentivano pure un nobile orgoglio della loro condizione di suddite ad un cavaliere che sapeva farsi rispettare, e di madri e mogli d'uomini che si facevano temere. Quando però, il che non era caso raro, alcuno degli uomini loro tornava col capo rotto a casa, o si trovava minacciato della vendetta di qualche offeso furibondo, o in un altro di quegli impiccj in cui doveva farli cader sovente il modo loro di vivere, le donne urlavano allora, mostravano con furore i ragazzi sul volto ai mariti, predicavano la pace e il timor di Dio, e non si mettevano in silenzio che dopo aver toccata qualche bussa. L'aspetto delle abitazioni di costoro dava un indizio della vita tra il rustico e l'eroico che essi menavano, poiché guardando dalle porte si vedevano nelle loro stanze terrene appesi alla rinfusa gli archibugj e le zappe, la reticella e il berretto piumato col cappello pastorale di paglia.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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