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      «Il nome legittimo in lingua alemanna», interruppe il podestà, «è Vagliensteino, come l'ho inteso più volte proferire dal nostro signor comandante spagnuolo».
      «Ebbene il reggimento di Vaglien... quello che è: e oltre di questo vi è il reggimento di Galasso, del Barone Aldringhen ed altri simili, tutta gente che ha combattuto contro i Luterani, e che non ha timor di Dio né degli uomini, e che dove passa non lascia un filo d'erba».
      «Per me», riprese Don Rodrigo, «non ho voglia di aspettarli qui, e» continuò sogghignando verso il Conte Orazio, «se non avessi un affaruccio da sbrigare, sarei già a Milano».
      «Il vostro affare è già bell'e disperato, e se non avete altro potete partire».
      «Voi vorreste aver guadagnata la scommessa; ma piano, caro mio, se gli alemanni non vengono in questi giorni, la scommessa la pagherete». Queste parole e il sorriso infernale con cui furon dette e risposte furono un lampo pel padre Cristoforo il quale s'accorse fremendo e tremando, che l'oggetto della scommessa doveva essere l'innocente Lucia. Il dottore intese forse quanto il padre, ma non tremò né fremè, né fece vista di nulla.
      «Attenda a tutto bell'agio ai suoi affari, sulla mia parola signor Don Rodrigo e non pensi a privarci della sua rispettabile persona; che già gli alemanni non sognano nemmeno di passare per di qua. Per mettere il piede sul nostro territorio che ha l'onore di appartenere alla monarchia spagnuola, bisogna ottenere il permesso del re Cattolico Don Filippo Quarto nostro signore che Dio guardi.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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