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      Avete colma la misura, e non vi temo più».
      «Come parli, frate?...»
      «Parlo come si parla a chi è abbandonato da Dio, e non può più far paura. La vostra protezione! Io sapeva che Lucia era sotto la protezione di Dio: ma voi, voi me lo fate sentire ora con tanta certezza, che non ho più bisogno di riguardi a parlarvene. Lucia dico: vedete come io pronunzio questo nome colla fronte alta, e con gli occhi immobili».
      «In questa casa...»
      «Ho compassione di questa casa: ella è segnata dalla maledizione. State a vedere che la giustizia di Dio avrà rispetto a quattro pietre e a quattro scherani! Voi avete creduto che Dio abbia fatta una creatura a sua immagine per darvi il diletto di tormentarla! voi avete creduto che Dio non saprebbe difenderla! Vi siete giudicato. Ne ho visti di più potenti, di più temuti di voi; e mentre agguatavano la loro preda, mentre non avevano altro timore che di vederla fuggire, la mano di Dio si allungava in silenzio dietro alle loro spalle per coglierli. Lucia è sicura di voi, ve lo dico io povero frate, e quanto a voi, ricordatevi che verrà un giorno...»
      Don Rodrigo che combattuto tra la rabbia, e il terrore non trovava parole per rispondere, quando sentì che una predizione stava per venirgli addosso, prese la mano tuttavia alzata del padre, e coprendogli la voce gridò:
      «Levamiti dinanzi, plebeo incappucciato, poltrone temerario».
      Queste parole così chiare acquietarono in un momento il padre Cristoforo. All'idea di strapazzo e di villania era nella sua mente così bene, e da tanto tempo associata l'idea di sofferenza e di silenzio, che a quel complimento gli cadde ogni spirito d'ira e di entusiasmo, e non gli restò più altro da fare che di udire tranquillamente quello che piacesse a Don Rodrigo di aggiungere.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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