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      - Ah figliuola è stata una scappata, non me ne tornate a fare una simile! - Tu gli prometterai di non tornarvi: non è vero? non son cose che si facciano due volte. E allora il Padre Cristoforo ti assolverà».
      Lucia non si mostrava convinta di questo raziocinio; ma Fermo tutto rincorato disse: «Ebbene quand'è così la cosa è fatta. Lucia, voi non mi verrete meno, non mi avete voi promesso d'esser mia? Non abbiamo noi fatto ogni cosa da buoni cristiani? E se non fosse stato questo... non saremmo noi marito e moglie?»
      «Fatta! fatta!» disse Agnese: «adagio. E i testimonj? E trovare il modo di acchiappare il signor curato, che da due giorni se ne sta rincantucciato in letto, e che quando vi vedesse comparire a un miglio di distanza, scapperebbe come il diavolo dall'acqua santa?»
      «Ho trovato il modo; l'ho trovato», disse Fermo, battendo il pugno sulla tavola e facendo trasalire e fremere le stoviglie apparecchiate pel desinare: «l'ho trovato. Vado, e torno. Bisogna ch'io parli con Toni; e se posso acconciare la faccenda con lui, l'è fatta; e vengo subito ad informarvene».
      «Ma ditemi prima quello che intendete di fare» disse precipitosamente Agnese, alla quale pareva pure di dover esser consultata la prima.
      «Non ho un momento da perdere: bisogna ch'io lo colga in casa a quest'ora: altrimenti, chi sa se potrei trovarlo. Vado e torno, per sentire il vostro parere; senza il vostro parere non si farà nulla. Cara Agnese, io vi considero come se foste la madre che ha patito: sono nelle vostre mani.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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