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      Oltrepassare quelle mura, trovarsi in carrozza, veder l'aperta campagna, e quel ch'è più entrare nella città, furono sensazioni più forti che non fosse il pensiero dei contrasti che aveva a sopportare. Per uscirne vittoriosa aveva la poveretta composto un piano nella sua mente. - O vorranno ottenere il loro intento colle buone, diceva ella tra sè, o mi parleranno brusco. Nel primo caso io sarò più buona di essi, pregherò, li moverò a compassione: finalmente non domando altro che di non essere sagrificata. Nel secondo caso, io starò ferma; il «sì» lo debbo dire io, e non lo dirò.
      - Ma, come accade talvolta anche ai comandanti di eserciti, non avvenne né l'una né l'altra cosa ch'ella aveva pensata. I parenti avvertiti dalle monache delle disposizioni di Geltrude, furono serj, tristi, burberi; e non le fecero per qualche tempo nessuna proposizione né con vezzi, né con minacce. Solo dal contegno di tutti traspariva che tutti la riguardavano come rea, e da qualche parola sfuggita qua e là s'intravedeva che la riguardavano come rea, non già di ricusarsi al chiostro, delitto che non poteva nemmeno venire in capo ad alcuno della famiglia, ma di non avviarvisi con buona grazia. Così ella non trovava mai un varco per venire alla dichiarazione che era pure indispensabile; e i modi secchi, laconici, altieri che si usavano con lei non le davano nemmeno il campo di potere avviare un discorso fiduciale ed amichevole il quale di passo in passo la conducesse a toccare il punto sul quale ella ardeva di spiegarsi, o almeno di farsi intendere.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





Geltrude