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      Quelle proteste veementi, quelle affermazioni enfatiche alla prima sono talvolta fuochi di paglia; fervori di fantasia. Per decidere bisogna dubitare, o fare come se si dubitasse. La prego, per ora, si faccia forza: per quanto ella credesse di aver risoluto, torni da capo e si metta bene in testa che si tratta di risolvere ora. Il mio dovere è d'interrogarla su molti capi, e si compiaccia di rispondermi con semplicità e con riflessione. Come le è venuta questa risoluzione di abbandonare il mondo, e di farsi monaca?»
      Se il buon ecclesiastico avesse avuta l'intenzione di aflliggere, di umiliare, e di confondere Geltrude, non avrebbe potuto scegliere una interrogazione più opportuna di questa: ma egli era ben lontano dal supporre l'effetto ch'ella doveva produrre, e l'aveva fatta nella semplicità del suo cuore, e per adempire alle regole del suo uficio, che la prescrivevano. Geltrude rimase come colpita: che rispondere? parlare della cagione vera e primaria, raccontare l'istoria del paggio?... Dio liberi! Quella storia ella voleva schivarla a tutto costo. Ma tacendola, come spiegare la sua domanda di farsi monaca, e tutti i passi conformi a quella domanda? Addurre violenze, minacce dei parenti? Ma non ne avevano usate, e questa menzogna (giacché in quel momento Geltrude era disposta a farne una, e pensava solo a scegliere quella che l'avrebbe cavata più presto d'impaccio, e che non sarebbe stata scoperta in seguito) questa menzogna avrebbe certamente cagionata una spiegazione, che sarebbe tutta tornata in disonore di Geltrude.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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